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sabato 29 marzo 2014

Russia: Nuovo Comando per le operazioni in Artide

FONTE: CORRIERE DELLA SERA 27 MARZO 2014


CITANDO FONTI RUSSE, IN PARTICOLARE LA AGENZIA RIA NOVOSTI IL CORRIERE DELLA SERA DEL 27 MARZO 2014 DA NOTIZIA CHE LA RUSSIA HA CREATO UN NUOVO COMANDO CHE DOVRA' COORDINARE L'AZIONE DELLE FORZE RUSSE NEL POLO NORD. UN CUORE STRATEGICO CREATO PER CONTROLLARE ED EVENTUALMENTE DIFENDERE LE VIE MARITTIME ARTICHE LE RISORSE ENERGETICHE E LA PESCA. QUESTE ATTIVITA' SONO COORDINATE DAL CENTRO DI SEVEROMORSK CHE HA COME BASE DI PUNTA QUELLE DEI SOMMERGIBILI DI GADZHIYEZO.

I RUSSI HANNO COMPITO NELL'AGOSTO DEL 2007, COME SI RICORDA, UN GESTO SIMBOLICO PIANTANDO LA BAMDIERA RUSSA SUL FONDO DELL'ARTICO .

sabato 15 marzo 2014

Russia: e le risorse artiche?

Crisi in Ucraina
Alla canna del gas?
Nicolò Sartori
06/03/2014
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Le tensioni tra Russia e Ucraina fanno riemergere nel dibattito europeo e nazionale la questione della sicurezza degli approvvigionamenti energetici russi verso il vecchio continente.

Sebbene il rischio che Mosca decida di usare deliberatamente l’arma energetica, sospendendo le forniture di gas all’Ucraina o irrigidendo la propria posizione sulla questione dei debiti del governo ucraino sui pagamenti delle forniture di gas, sia concreto, l’impatto sull’Italia potrebbe essere meno drammatico del previsto. Almeno nel medio periodo.

Infatti, il mercato europeo del gas è attualmente caratterizzato da un eccesso di offerta, causata dal crollo dei consumi - risultato dell’attuale congiuntura economica e di una stagione invernale particolarmente mite. Anche in vista dell’avvicinarsi della bella stagione, la disponibilità di volumi sul mercato permetterebbe di attutire eventuali ritorsioni da parte del Cremlino.

Gazprom e il legame con Mosca
La possibilità che Mosca decida si sospendere le esportazioni di gas verso l’Ucraina è tutt’altro che remota, come dimostrato dall’esperienza del decennio passato.

Di fronte a una sospensione delle forniture, Kiev - che dipende per oltre il 50% dei propri consumi dalle forniture di Gazprom - potrebbe tentare di sottrarre parte dei volumi di gas destinati all’Europa, per utilizzarli sul mercato interno. Inoltre - conseguenza ben più grave - questo potrebbe indurre il Cremlino a ridurre anche le esportazioni destinate ai mercati europei, come accaduto durante la crisi energetica del 2009.

Non è poi da sottovalutare la possibilità che - a causa di un’escalation della violenza militare nel paese - alcune delle infrastrutture destinate al trasporto del gas vengano attaccate, determinando la sospensione forzata delle forniture attraverso il territorio ucraino.

Attraverso l’Ucraina transita infatti circa il 60% delle esportazioni di gas russo destinato all’Unione europea, pari al 20% dei consumi totali europei. Proprio nel 2013, anche a causa dell’apertura di Mosca alla rinegoziazione dei contratti, le forniture russe verso l’Europa hanno toccato il picco di 135 miliardi di metri cubi, facendo registrare una crescita del 16% rispetto all’anno precedente.

L’Italia, insieme alla Germania, è tra i grandi clienti di Gazprom, il cui gas contribuisce a soddisfare il 43% dei consumi interni ed è un elemento fondamentale per la capacità di generazione di energia elettrica nazionale.

Alternativa algerina
La situazione appare meno drammatica del previsto non solo per l’inverno mite che ci lasciamo alle spalle andando verso la primavera, ma anche perché la crisi economica che affligge l’Italia e l’Europa ha determinato una sostanziale riduzione dei consumi.

Nel 2013 i consumi italiani sono scesi a 70 Bcm - minimo storico dal 2002 - facendo registrare una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente. Le importazioni si sono fermate a 62 Bcm, a fronte di una capacità totale di importazione e stoccaggio che si aggira attorno ai 110 Bcm.

Nel 2013, ad esempio, per divergenze con la compagnia algerina Sonatrach sul prezzo del gas, l’Italia ha ridotto significativamente (-40%) le proprie importazioni dal suo storico partner nordafricano. In caso di esigenza - magari pagando un premio sui prezzi data la situazione d’emergenza - le forniture dall’Algeria potrebbero essere incrementate per far fronte all’eventuale sospensioni dei flussi da parte di Gazprom.

Anche gli stessi terminal di liquefazione di gas di Panigaglia e Porto Viro, che hanno lavorato a ritmo ridotto durante il 2013 facendo registrare picchi negativi delle importazioni pari - rispettivamente - al 96 e al 13% rispetto al 2012, potrebbero contribuire a soddisfare la domanda.

Tap e diversificazione approvvigionamenti
L’ennesima crisi tra Mosca e Kiev non può che far riflettere i decisori politici sull’importanza di azioni decise verso il rafforzamento della diversificazione energetica.

L’Italia, negli anni, ha portato avanti un’ottima politica di diversificazione degli approvvigionamenti nel settore del gas naturale. L’ultimo importante successo è stata la decisione del consorzio Shah Deniz II di trasportare il gas dell’Azerbaijan in Italia attraverso il gasdotto Trans Adriatic Pipeline.

Purtroppo però, questa scelta di grande valenza strategica per il nostro paese - il gasdotto porterà ulteriori 10 Bcm sul mercato italiano, pari al 15% degli attuali consumi nazionali - è oggi messa a rischio dalla posizione del Comitato tecnico della Regione Puglia che ha espresso il proprio parere negativo sulla realizzazione del progetto.

Spesso, investimenti energetici di natura strategica per il nostro paese vengono messi rallentati o talvolta bloccati da lungaggini burocratiche o da vuoti di potere politico-amministrativi (si veda il caso del rigassificatore di British Gas a Brindisi).

L’attuale situazione in Ucraina, così come in passato le tensioni in Libia, ci devono necessariamente ricordare che un paese dipendente dalle importazioni come il nostro non può permettersi di perdere asset strategici per la propria sicurezza energetica, trovandosi di volta in volta minacciato da eventi geopolitici totalmente al di fuori del controllo nazionale.

Nicolò Sartori è ricercatore dell’Area Sicurezza e Difesa dello IAI.
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mercoledì 5 marzo 2014

Artico: incontro proposto da IsAG. Documento di base

05/02/2014 Redazione Geopolitica & Teoria 0 commentI
Ghiaccio e risorse: l’Artico come nuovo scenario geopolitico. Il 19 febbraio alla Camera
L’Oceano Artico negli ultimi decenni ha cominciato a rivestire un ruolo sempre più importante grazie al cambiamento delle condizioni climatiche e l’esplorazione di vaste aree finora inaccessibili, creando nuove opportunità commerciali, economiche e militari. Nelle profondità del Mare Artico giace il 25% delle risorse mondiali. Inoltre l’apertura di due nuove rotte commerciali ha innescato una ristrutturazione dei traffici transcontinentali in termini di costi di trasporto e tempi di percorrenza. A questi fattori economici, commerciali e strategici, che stanno attualmente modificando lo scenario artico, se ne aggiunge uno altrettanto importante, quello politico-giuridico, connesso all’esigenza del rafforzamento multilaterale, pur tenendo conto dei compromessi e degli accordi bilaterali
La regione artica è diventata il centro di nuove tensioni internazionali e rivendicazioni territoriali.
La regione artica dunque è diventata il centro di nuove tensioni internazionali e rivendicazioni territoriali. Nel 1996 è stato creato il Consiglio Artico allo scopo di dirimere attraverso i negoziati le controversie ed i problemi legati a danni ambientali. Per risolvere i problemi giuridici relativi alla regione sarebbe utile raggiungere un accordo internazionale attraverso la creazione di strumenti atti a monitorare i numerosi conflitti latenti. La vera sfida degli attori artici non sta tanto nella corsa all’approvvigionamento energetico, ma nell’affrontare in modo costruttivo eventuali ostacoli che si porranno nel raggiungimento di questo obiettivo, sempre nel rispetto della Convenzione di Montegobay.
Il nostro Paese ha una lunga tradizione di presenza scientifica e di esplorazione nella regione artica e grazie a queste attività l’Italia ha ottenuto nel maggio 2013 lo status di Osservatore Permanente nel Consiglio Artico, ed è stata incoraggiato ad intensificare le sue attività nell’area. Per tali ragioni l’IsAG intende portare all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini italiani la rilevanza geopolitica ed economica della regione artica attraverso un confronto tra i numerosi attori coinvolti.
Per discutere di questi argomenti l’IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie) organizza con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e del CNR per mercoledì 19 febbraio 2014, ore 9.00, presso la Camera dei Deputati, Palazzo Marini, Sala delle Colonne, Via Poli 19 in Roma, la conferenza Ghiaccio e risorse: l’Artico come nuovo scenario geopolitico. Partecipano gli Ambasciatori di Canada, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Russia e Svezia.
Scopo della Conferenza è, inoltre, l’individuazione di elementi di policy utili alla presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea (II Semestre 2014).
Per prendere parte all’evento è necessario registrarsi entro il 17/02/14 a eventi@istituto-geopolitica.eu, comunicando nome, cognome, eventuale ente di afferenza, indirizzo e-mail di ciascun partecipante. Giornalisti e fotografi sono tenuti a comunicare anche eventuali apparecchi di registrazione. L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.
Ore 8.45 – Registrazione dei partecipanti
Ore 9.00 – Saluti e introduzione
On. Andrea Colletti (Camera dei Deputati, Membro)
Luigi Nicolais (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Presidente)
Tiberio Graziani (IsAG, Presidente)
Ore 10.00 – Panel istituzionale
S.E. Ruth Evelyn Jacoby (Regno di Svezia, Ambasciatrice)
S.E. Petri Tuomas Tuomi-Nikula (Repubblica di Finlandia, Ambasciatore)
S.E. Birger Riis-Jorgensen (Regno di Danimarca, Ambasciatore)
S.E. Sergej Razov (Federazione Russa, Ambasciatore)
S.E. Peter McGovern (Canada, Ambasciatore)
S.E. Mathias Rongved (Regno di Norvegia, Incaricato di affari a.i.)
Ore 12.00 – Panel tecnico
Enrico Brugnoli (CNR, Direttore di Dipartimento)
Alessandra Caruso (IsAG, Ricercatrice associata)
Paolo Sellari (Università Sapienza, Docente)
Gianfranco Tamburelli (CNR, Ricercatore ISGI)
Marco Filippo Tornetta (Ministero degli Esteri, Senior Arctic Officer)
Ore 14.00 – Conclusioni e dibattito col pubblico
Modera Dario Citati (IsAG, Direttore di programma).
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