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domenica 21 dicembre 2014



a tutti i lettori di questo blog
auguriano un sereno Natale 
e
un Anno Nuovo denso di realizzazioni

martedì 23 settembre 2014

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The quarterly journal of the Istituto 
Affari Internazionali (IAI)
no. 3, September 2014

Secessionism in Europe


An Independent Scotland? The Scottish National Party's
 Bid for Independence and its Prospects
Paolo Dardanelli and James Mitchell (free article)

Catalan Secessionism: Young People's 

Expectations and Political
Change

Montserrat Guibernau (free article)

The MENA Region and the West


Iran-US Relations in the Light of the Nuclear Negotiations
Kayhan Barzegar

Obama's Iranian Gamble
Sanam Vakil

Europe and Iran's Nuclear Issue: The Labours and Sorrows of a
Supporting Actor 

Riccardo Alcaro and Aniseh Bassiri Tabrizi

Can the World Afford to Condone the 'Divided States of Syria'?
Hassan Mneimneh (free article)

The EU and the Syrian Crisis as Viewed from the Middle East
Lorenzo Trombetta

… and more
The International Spectator is published by
Routledge

www.tandfonline.com/rspe
Submissions are welcome
____________________________________

venerdì 5 settembre 2014

Ucraina: Esercito e materiali in dotazione nel 1912.

L’Ucraina, nel 2012, prima che la Crimea ritornasse alla Russia, mostrava i seguenti dati riferito alle forze  armate
Esercito 70.753 uomini
Marina Militare, 13.932 uomini
Aeronautica Militare 45240 uomini
Forze Para Militari, 84900 uomini

LA leva obbligatoria per l’Esercito è di 18 mesi, per la Marina Militare due anni. Metà del personale è di leva.
Riservisti. 1.000.000

Esercito. ( in fase di trasformazione per un programma che terminerà nel 2015)
70753 uomini cos’ ordinati

. Comandi di Grandi Unita
.. 3 HQ di Corpo d’Armata

.Forze Speciali
.. 2 reggimenti di Forze Speciali

.Forze di Manovra
.. Corazzate
… 2 Brigate corazzate

.. Meccanizzate
… 8 Brigate Meccanizzate
… I reggimento meccanizzato

.. “Air Manouvre”
… 1 Brigata Aeromobile
… 2 brigate aeree mobili
… 1 reggimento aereo mobile

.. Aeronautiche
… 2 reggimenti d’aviazione leggera

.Forze di Combat Support
.. 3 brigate di artiglieria
.. 3 reggimenti di artiglieria
.. 1 brigata di Missili Superficie-superficie
.. 3 reggimenti di difesa aerea
.. 4 reggimento Genio
.. 1 reggimento guerra elettronica
.. 1 reggimento NBC
.. 4 reggimenti trasmissioni







Queste forze sono equipaggiate con il seguente materiale.
. Mezzi Corazzati (MBT): 2988, così suddivisi
.. 10 T-84 Oplot
.. 167 T-80
.. 1072 T-72
.. 1667 T-64
.. 112 T-55
. Veicoli da Ricognizione (Recce: 600
.. oltre 600 BRDM-2
. Veicoli Blindati da Combattimento per la fanteria (AIFV)3028 veicoli
.. 60 BMD-1
.. 78 MDN-2
.. 994 BMP-1
.. 1424 BMP-2
.. 4 BMP-3
.. 438 BRM-IK
. Veicoli blindati da trasporto truppa (APC): 1432 mezzi
.. APC (T) 44 BTR-D
.. APC(W) 1398: 10 BTR 4, 136 BTR-60, 857 BTR-70, 395 BTR-80
. Artiglieria: 3351 pezzi
.. Semoventi (SP):1226
122mm: 600 2S1Carnation
… 152mm: 527
…. 40 2S19 Form
…. 463 2S3
…. 24 2S5
… 203mm
… . 99 2S7
.. “Towed”: 1065
… 122mm:
…. 372:269 D-30,
…. 2 (M-30) M-1938
…152mm: 694
….  287 2A36
….  185 2°65
…. 215 d-20
…. 7 ml-70
.. Cannoni/Mortai da 120 mm: 69
… SP  67 2s9 Anona
… TOWED:  2 2B16  NONA-K
.. MRL ( Multi Rochet launcher): 554
…. 122mm: 335
….. 20 9P138
….. 315 BM-21
…. 132mm: 2 BM-13
…. 220mm: 137 9P140 Uragan
…. 300mm: 80 9A42 Smerch
.. Mortai
… 120mm: 437
…. 318 2S12
…. 119 PM-38

. Artiglieria controcarro, anitmissile, e MANPATS (man portable airdefece system)
.. AT-4-9K111 Spigot
.. AT-5 9k113 Spandrel
.. AT -6-9k114 Spiral
. Elicotteri
Da attacco: 139 Mi-24 Hind
Da Trasporto: Medio 38 Mi-8 Hip
. Artiglieria contraerea: 435
.. 60 9K37 Buk-1 (SA-11 Gadfly)
.. circa 150 9K35 Strela-10 (SA-13 Gopher)
.. 100 2K11 Krug (SA-4 Ganef)
… 125 9K33 Osa (SA-8 Heko)
… S -300V (SA-12 Gladatior
… Cannoni 470:
…. Semoventi 30mm: 702S6
… Towed 57mm circa 400 S-60
. Radar: Small Fred/Small Yawn/SNAR-10 Big Fred (per artiglieria)
. MSL- SSM 212:
.. 50 Frog
.. 90 Tochka (SS-21 Scarab)
.. 72 Scud –B
. AEV
.. 53 BAT-2
.. MT-LB
. ARV
.. BREM-2
.. BREM-64
.. T-54/T-55
.Veicoli lancia ponti (VLB):MTU-20


Fonte: Military Balance 2012.

mercoledì 3 settembre 2014

Buona ripresa

Anno Accademico 2014-2015
Dopo la pausa estiva, riprendono le pubblicazioni dei post. Saranno messi anche quelli relativi a Luglio ed Agosto per completamento di archivio e non avere buchi per le ricerche, ma non saranno rinviati
 A Tutti, 
 frequentatori, studenti e lettori un augurio di una felice ripresa e di un proficuo lavoro
(email geografia2013@libero.it)

martedì 1 luglio 2014

Spazio: nuove frontiere

Europa spaziale
Italia nello spazio, prospettive di Vega e Avio dopo l’accordo Airbus-Safran
Jean-Pierre Darnis, Nicolò Sartori
24/06/2014
più piccolopiù grande
Una joint-venture nel campo dei lanciatori spaziali. Questo il risultato dell’incontro nel quale il presidente francese François Hollande ha ricevuto all’Eliseo Marwan Lahoud, responsabile strategia di Airbus Group, e Jean-Paul Heterman, presidente di Safran.

In presenza del ministro della ricerca Genevieve Fioraso e dei direttori dell’Agenzia spaziale francese - il Cnes - e di Arianespace, i due industriali hanno illustrato il piano industriale per raggruppare le attività lanciatori di Airbus e quelle di propulsione di Safran. Il progetto, che ha ricevuto anche l’assenso della Germania, è stato definito da Hollande una ”tappa importante nel consolidamento dell’Europa spaziale” (vedi il convegno IAI/Avio Aero).

Alla luce dell’accordo raggiunto il 16 giugno scorso sembra avere la meglio l’approccio dell’industria. Questa punta a introdurre una logica di razionalizzazione che risponda alla sfida di mercato lanciata dal razzo low-cost americano Falcon X.

Il servizio “chiavi in mano” proposto da Airbus e Safran svuoterebbe di fatto le competenze della direzione lanciatori del Cnes - tradizionale architetto della famiglia Ariane, e permetterebbe di rivedere la struttura di Arianespace - la società di commercializzazione dei lanci europei.

Futuro dell’accesso allo spazio europeo
Negli ultimi anni l’Europa si è trovata divisa sul futuro dei lanciatori. Sebbene i principali paesi spaziali - Francia, Germania e Italia - concordano ad avere un accesso allo spazio autonomo che permetta di lanciare in orbita satelliti senza dover dipendere da capacità (e volontà) altrui, esistono parecchie divergenze sulle modalità per mantenere una capacità di lancio indipendente.

Questa è attualmente assicurata dalla famiglia di lanciatori composta da Ariane 5,Vega, e dalla versione europea del vettore russo Soyouz, che tuttavia presenta crescenti criticità in termini di competitività sui mercati internazionali.

Il destino del lancio europeo è al centro della Ministeriale dell’European space agency, attorno alla quale si sta giocando una difficile partita di allocazioni di fondi e ripartizione industriale fra i tre principali paesi.

In questo contesto, il Cnes si è fatto promotore di una soluzione innovativa, che prevede la costruzione di un nuovo vettore Ariane 6 in grado di sfidare il Falcon X sul mercato commerciale. A questo approccio si è opposta la componente industriale, spalleggiata dalla Germania, che ha sviluppato una visione più conservatrice che prevede maggiore continuità con l’esistente Ariane 5, ma anche con le tecnologie sviluppate per Vega.

L’esito della riunione alla Presidenza della Repubblica francese sembra segnare una vittoria di quest’ultimo campo, con il comparto industriale francese (ma anche tedesco) che si compatta dentro alla joint-venture paritetica Airbus-Safran. Questo scenario, pone però delle sfide al sistema spaziale italiano che rischia di trovarsi spiazzato di fronte all’accelerazione politica e industriale sancita dall’incontro dell’Eliseo.

Problematiche italiane
Il messaggio politico è molto chiaro: l’operazione industriale gode del placet del Presidente della Repubblica francese, coadiuvato dal ministro della ricerca Fioraso. Un’eventuale replica italiana, dovrà quindi seguire canali paralleli, quelli della Presidenza del Consiglio e/o del Ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca.

L’Italia ha importanti carte da giocare, in primis la continuità e la crescita della sua presenza nel lancio europeo, garantite dal successo di Vega.

Il destino del lancio italiano presenta due problematiche principali. La prima riguarda la continuità di programmi con forte interesse italiano, primo fra tutti il Vega. In questo caso, il successo sarà determinato dalla capacità italiana di mantenere il proprio ruolo nell’ambito della Ministeriale Esa e dalla possibilità di finanziarne adeguatamente le voci di budget.

La seconda concerne la continuità delle aziende italiane impegnate nel lancio. Se l’Italia ha intenzione di rimanere al tavolo europeo dovrà promuovere le sue capacità industriali e tecnologiche e assicurare la continuità dell’impegno della base industriale nazionale dentro a Vega e Arianespace. In tal senso, spiccano il ruolo di Avio Spazio, produttore del motore, ma soprattutto integratore di sistema del Vega, ma anche quello di Vitrociset, azienda chiave per le operazioni di lancio presso la base di Kourou.

Se la posizione di Vitrociset non presenta particolari criticità, per Avio la questione è molto più delicata. Da mesi, se non da anni, la società di Colleferro - fiore all’occhiello tecnologico italiano controllata all’85% dal fondo d’investimento Cinven e al 15% da Finmeccanica - è sul punto di essere venduta.

Il governo, che può esercitare i diritti derivanti dalla normativa sui ”poteri speciali”, riveste un ruolo centrale su questo dossier, soprattutto ora che Safran e Airbus - fino a ieri i principali contendenti per l’acquisto dell’azienda - si trovano riunite in una joint-venture che potrebbe cambiare le prospettive sulla vendita.

Tutela di Avio e Vega
Se le due società francesi manterranno il loro interesse verso Avio, infatti, non saranno più concorrenti - ma partner - nello sforzo di acquisizione. Questo rafforza la questione della tutela dell’italianità dell’azienda.

Potranno infatti bastare accordi istituzionali per la tutela delle tecnologie e dell’occupazione in Italia, oppure sarà necessaria la presenza di un azionista italiano di peso? Potrà essere Finmeccanica, già presente in Avio, a patto che le condizioni finanziarie, magari grazie alla cessione della compagnia statunitense Drs Technologies, le permettano di investire 200-300 milioni nell’azienda?

È possibile, inoltre, concepire in tempi rapidi una contromossa italiana all’accordo francese, che rilanci, ad esempio, la possibile partecipazione italiana alla joint-venture Airbus-Safran sul modello di cooperazione Mbda (Missile systems, defence systems)? Una simile soluzione potrebbe scongiurare i rischi di una scelta tutta italiana per la tutela di Avio e Vega, la quale potrebbe determinare una relativa marginalizzazione dell’Italia nei confronti del mainstream industriale Airbus-Safran.

Attualmente lo scenario è ancora fluido, ma la rilevanza del dossier per l’Italia richiede che l’esecutivo prenda in tempi brevi una serie di decisioni di carattere strategico. Al contempo, la possibilità per il premier Matteo Renzi di replicare con un successo all’iniziativa francese sottoscritta da Hollande,rappresenta un’opportunità per confermare il nuovo profilo internazionale dell’Italia.

Jean-Pierre Darnis è professore associato all'università di Nizza e responsabile di ricerca dell’Area sicurezza e difesa dello IAI (Twitter: @jpdarnis).
Nicolò Sartori è è ricercatore dell’Area Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @_nsartori)
.
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Imbrigliare lo spazio si può, Carlo Trezza
L’Ue e la corsa allo Spazio, Alberto Traballesi


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Volume: insubordinazione e sviluppo. Il falliomento delle nazioni. Fonte IASG

RedazioneGeoeconomia0 commentI
Insubordinazione e sviluppo: appunti per la comprensione del successo e del fallimento delle nazioni

Il libro

Lo sviluppo economico rappresenta uno degli elementi costitutivi del potere nazionale. Diversi Stati nel mondo, in particolare i Paesi occidentali, hanno raggiunto nel corso della loro storia una condizione di sviluppo rinnegando però alcuni dei principi tradizionali del liberalismo economico, soprattutto l’applicazione del libero commercio, adottando un forte protezionismo economico. Tuttavia, oggi gli Stati emergenti o sottosviluppati sono consigliati in maniera totalmente differente dai Paesi più ricchi e da diverse Organizzazioni internazionali: per raggiungere il successo sarebbe necessaria una politica ultraliberale. Tutti i Paesi sviluppati – a partire dagli Stati Uniti – una volta entrati a far parte della struttura egemonica del potere mondiale e per evitare l’emergere di possibili concorrenti sono diventati sostenitori del liberalismo economico e del non-intervento dello Stato nell’economia, conferendo all’idea di libero commercio l’apparenza di un principio scientifico universale di economia e riuscendo a persuadere della sua fondatezza (politica di subordinazione ideologica) molti popoli. Tale subordinazione ha permesso la creazione di un sistema centro-periferia caratterizzato da una forte asimettria, nel quale provengono dal centro le direttrici che regolano oggi le Relazioni Internazionali.

Caratteristiche:

Pagine 282, Formato 15 cm x 21 cm, ISBN 9-78889736390-3, Prezzo: Euro 18,00
Traduzione di Elena Cuel.
Revisione testo e traduzione a cura di Marina Scarsella e Arianna Plebani.
Cartografie di Lorenzo Giovannini.

Sommario:

Prefazione (Aldo Ferrer), Introduzione (Enzo Rossi), Premessa, Capitolo 1 Genesi del Sistema Internazionale e sviluppo degli Stati, Capitolo 2 Lo sviluppo economico e la subordinazione culturale, Capitolo 3 Portogallo: i primi frutti dell’impulso statale, Capitolo 4 Spagna: dalla gloria all’impotenza, Capitolo 5 Inghilterra: la patria del protezionismo economico, Capitolo 6 Francia: un potere schiacciato dall’ideologia, Capitolo 7 Stati Uniti: l’insubordinazione armata, Capitolo 8 Canada: l’insubordinazione pacifica, Capitolo 9 Corea del Sud: il caso testimone, Capitolo 10 Quando il cacciatore cade nella sua stessa trappola, Capitolo 11 Cuocere nel proprio brodo, Capitolo 12 La verità è semplice, Bibliografia, Indice analitico, Indice delle mappe, Programma di ricerca “America Latina” – Autori.

L’Autore

Marcelo Gullo è dottore in Scienze politiche (Universidad del Salvador – Buenos Aires), laureato in Studi internazionali presso la Scuola diplomatica di Madrid e specializzato in Storia e relazioni internazionali all’Institut Universitaire de Hautes Etudes Internationales dell’Università di Ginevra. Ha pubblicato numerosi articoli e libri, tra i quali La Insubordinación Fundante: Breve historia de la construcción del poder de las naciones, pubblicato in Italia con il titolo La costruzione del potere (Vallecchi – Firenze, 2010). Consulente per le relazioni internazionali della Federación Latinoamericana de Trabajadores de la Educación y la Cultura (FLATEC), è professore di Storia dell’Argentina presso la Universidad Nacional de Lanús (UNLa) e docente di Strategia presso la Escuela Superiore de Guerra (Buenos Aires). Membro del comitato scientifico di “Geopolitica”, nel 2008 ha vinto il Premio Oesterheld per il miglior libro dell’anno.
Per acquistare:[clic]
Per maggiori informazione sulle pubblicazioni IsAG, scrivere a:
pubblicazioni@istituto-geopolitica.eu

martedì 17 giugno 2014

Volume di Daniele Scalea siìu Mackinder

Halford John Mackinder: Dalla geografia alla geopolitica
Autore: Daniele Scalea
Editore: Fuoco Edizioni & IsAG, Roma 2013
Collana: Heartland – Collana di teoria e storia della geopolitica
Caratteristiche: 388 pagine, cartografie b/n di Lorenzo Giovannini, prefazioni di Tiberio Graziani e Alfredo Canavero
ISBN: 9-78889736368-2
Dalla quarta di copertina:
Halford J. Mackinder (1861-1947) è stato un uomo dalle molteplici carriere: geografo, è considerato il fondatore moderno della disciplina in Gran Bretagna; educatore, ha creato l’Università di Reading e consolidato la London School of Economics come suo secondo direttore; esploratore, è stato il primo uomo a scalare il Monte Kenya, la seconda vetta africana; politico, ha seduto in Parlamento e ricevuto diversi incarichi ufficiali, tra cui quello d’Alto Commissario britannico nella Russia Meridionale sconvolta dalla guerra civile. Malgrado una carriera così ricca e polivalente, Mackinder è però oggi noto principalmente come uno degli autori “classici” della geopolitica. La sua influenza su Karl Haushofer e la Geopolitik tedesca è ben nota, ma più o meno tutte le scuole strategiche del mondo sono state influenzate dagli scritti di Mackinder. Eppure, le opere su di lui sono scarse e in Italia quasi inesistenti, sicché sovente l’autore britannico è conosciuto indirettamente per tramite di vulgate banalizzanti. Questo libro, con l’ausilio di documenti d’archivio autografi di Mackinder e un’attenta analisi dei suoi scritti pubblicati, mira a colmare tale vuoto.
L’Autore:
Daniele Scalea è Direttore Generale dell’IsAG e Condirettore di “Geopolitica”. Halford John Mackinder è il suo terzo libro.
Per approfondire: [clic]
Per acquistare: [clic]
Per maggiori informazione sulle pubblicazioni IsAG, scrivere a:
pubblicazioni@istituto-geopolitica.eu

venerdì 23 maggio 2014

Elezioni Europee: il nord sempre più lontano nonostante eventuali sorprese

Elezioni europee
I leader prendono tempo e tramano una sorpresa
Adriano Metz
23/05/2014
 più piccolopiù grande
"Sarà troppo presto per decidere sui nomi": queste parole, una pietra tombale, stanno nella lettera che il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha mandato ai leader dei 28, prima del Vertice informale di martedì sera 27 maggio: da quella cena, a meno di 48 ore dall’apertura delle urne delle elezioni europee, non uscirà di sicuro il nome del nuovo presidente ‘in pectore’ della Commissione europea.

Era stata la cancelliera tedesca Angela Merkel a smorzare, nei giorni scorsi, l'ipotesi di un accordo ‘sul tamburo’ per la presidenza della Commissione. La riunione del 27 sarà solo un giro di tavolo, l’inizio di un processo. E si parlerà pure - avverte Van Rompuy- di Ucraina e delle crisi in atto. "Prima di arrivare alle decisioni - aveva avvertito la cancelliera - ci vorranno diverse settimane".

Il nuovo presidente della Commissione europea, che sostituirà il portoghese Manuel Barroso, deve entrare in carica il 1° novembre per cinque anni. A indicarne il nome, saranno i capi di Stato e/o di governo dei 28, tenendo conto dei risultati delle elezioni. Il Parlamento europeo dovrà poi votarne, al più presto a luglio, l’investitura; oppure, bocciarlo.

La volontà degli elettori e la voglia dei leader
Cinque partiti europei hanno espresso un loro candidato alla testa dell’Esecutivo di Bruxelles: il Ppe punta su Jean-Claude Juncker, ex premier lussemburghese ed ex presidente dell’Eurogruppo; il Pse su Martin Schulz, tedesco, da vent’anni al Parlamento europeo, presidente uscente dell’Assemblea di Strasburgo; i liberali su Guy Verhofstadt, ex premier belga, federalista convinto; la sinistra radicale ed euro-critica su Alexis Tsipras, greco, leader di Syriza; i verdi sul duo Ska Keller, ecologa tedesca, e José Bové, anti-globalizzazione francese.

Per la Merkel, i leader dei 28 faranno “tutto il possibile” per rispettare la volontà degli elettori, ma ci possono essere difficoltà a farlo. Una battuta che molti leggono come un mettere le mani avanti: se Ppe e Pse escono dal voto quasi alla pari, quanto a seggi a Strasburgo, allora il Consiglio europeo potrebbe ipotizzare un’alternativa a Schultz e a Juncker, che si eliderebbero a vicenda.

È uno scenario che non piace, ad esempio, al ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, che vuole che le famiglie politiche rispettino il patto cogli elettori sulla presidenza della Commissione. Altrimenti, dice, i cittadini “verranno a Bruxelles a dare l'assalto al Palazzo d'Inverno” dell’Ue.

La spilla ‘Io voto’ e il Palazzo d’Inverno dell’Ue
Un rischio non solo metaforico, nel clima attuale. Chi come me va in giro in questi giorni portando appuntata sul bavero della giacca una spilla con su scritto ‘Io voto, elezioni europee, 22/25 maggio 2014’ - in inglese, come se dirlo in italiano stonasse - si attira domande imbarazzanti e molti sguardi tra il commiserevole e l’astioso. Eppure la spilla non è vistosa: nera e grigia, colori da crisi. Dimensioni a parte, pare concepita per passare inosservata.

Le domande, in realtà, imbarazzano chi la fa, non chi le riceve: “Quali elezioni?, per che cosa si vota?”. Gli sguardi sono di alcuni dei molti euro-scettici, sansepolcristi o più spesso dell’ultim’ora, che si trovano in giro di questi tempi, in tv e nelle piazze.

Sottintendono disprezzo per uno che vota per l’euro e per il rigore, per l’Europa delle banche e ‘alla tedesca’, per l’eurocrazia e la burocrazia. Invece di vedere uno che vota per la solidarietà, l’accoglienza, la crescita, il lavoro, anche per l’euro certo; e per la pace e per la libertà, che l’integrazione ha consolidate e allargate.

Se questa è l’aria, chiaro che farsi beffe del voto degli elettori e tirare fuori dal cilindro del Vertice il coniglio d’un presidente ‘a sorpresa’ sarebbe mal percepito dall’opinione pubblica.

E l’Italia ha motivo di preoccuparsene, perché la presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue, che inizierà il 1° luglio, avrà un ruolo importante “per assicurare una transizione normale" in una fase delicata: in pochi mesi, cambieranno gli assetti di tutte le maggiori Istituzioni europee, l’intero Parlamento, l’intera Commissione, il presidente del Consiglio europeo e l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune.

Ostacoli sulla via della presidenza italiana
Senza esperienza europea, il premier Renzi e la sua squadra hanno un compito difficile. E non li avvantaggia presentarsi al via della presidenza con un fardello di 114 contenziosi aperti con l’Ue, dieci in più in soli tre mesi - cifre ufficiali, del Dipartimento delle Politiche europee-: 22 sull’ambiente, 16 sui trasporti, 13 su fiscalità e dogane, e poi salute, sociale e via via gli altri settori. Ben 41 le procedure sugli aiuti di Stato.

Se i leader dei 28 dovessero uscire dal seminato dei candidati in lizza, allora tutte le ipotesi finora fatte andrebbero riviste. Oppure, potrebbero pure risalire le quotazioni di candidati apparentemente senza speranza, come il liberale Verhofstadt. Ma è difficile che si delinei un’ipotesi italiana: fin quando alla Bce c’è Mario Draghi, il tricolore non sventolerà sul Berlaymont, la stella di cristallo che ospita la Commissione.

In questo contesto, anche la scelta del prossimo commissario europeo italiano, la cui designazione spetta al governo italiano, potrebbe riaprirsi, dopo che molti indicavano Massimo D’Alema come grande favorito, anche se l’ex premier non s’è mai sbilanciato in tal senso.

Matteo Renzi, che ha già mostrato dosi di spregiudicatezza nel fare cose diverse da quelle dette, potrebbe anteporgli un altro ex premier, Enrico Letta, oppure l’attuale sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi.

E c’è chi pensa che un ottimo commissario potrebbe essere il predecessore di Gozi, Enzo Moavero Milanesi. Ma le ragioni della politica e quelle della competenza non sempre vanno di pari passo.
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mercoledì 7 maggio 2014

Rivista di Geopolitica. Nuovo Numero

Il nuovo volume pubblicato dall'IsAG focalizza la sua indagine su quest'area divenuta negli ultimi anni nodo focale per gli equilibri geopolitici mondiali.

Il controllo del Pacifico è diventato negli ultimi anni un nodo focale per i nuovi equilibri geopolitici che vanno profilandosi a livello mondiale. L'importanza ormai assunta dall'area in questione è di interesse cruciale non soltanto nell'ambito della competizione tra attori regionali, principalmente Cina e Giappone, ma sopratutto a livello globale. A tal proposito, infatti, molti sostengono che  l'egemonia sul Pacifico settentrionale che la Cina e gli USA si contendono determinerà la configurazione del nuovo sistema multipolare.

 

sabato 29 marzo 2014

Russia: Nuovo Comando per le operazioni in Artide

FONTE: CORRIERE DELLA SERA 27 MARZO 2014


CITANDO FONTI RUSSE, IN PARTICOLARE LA AGENZIA RIA NOVOSTI IL CORRIERE DELLA SERA DEL 27 MARZO 2014 DA NOTIZIA CHE LA RUSSIA HA CREATO UN NUOVO COMANDO CHE DOVRA' COORDINARE L'AZIONE DELLE FORZE RUSSE NEL POLO NORD. UN CUORE STRATEGICO CREATO PER CONTROLLARE ED EVENTUALMENTE DIFENDERE LE VIE MARITTIME ARTICHE LE RISORSE ENERGETICHE E LA PESCA. QUESTE ATTIVITA' SONO COORDINATE DAL CENTRO DI SEVEROMORSK CHE HA COME BASE DI PUNTA QUELLE DEI SOMMERGIBILI DI GADZHIYEZO.

I RUSSI HANNO COMPITO NELL'AGOSTO DEL 2007, COME SI RICORDA, UN GESTO SIMBOLICO PIANTANDO LA BAMDIERA RUSSA SUL FONDO DELL'ARTICO .

sabato 15 marzo 2014

Russia: e le risorse artiche?

Crisi in Ucraina
Alla canna del gas?
Nicolò Sartori
06/03/2014
 più piccolopiù grande
Le tensioni tra Russia e Ucraina fanno riemergere nel dibattito europeo e nazionale la questione della sicurezza degli approvvigionamenti energetici russi verso il vecchio continente.

Sebbene il rischio che Mosca decida di usare deliberatamente l’arma energetica, sospendendo le forniture di gas all’Ucraina o irrigidendo la propria posizione sulla questione dei debiti del governo ucraino sui pagamenti delle forniture di gas, sia concreto, l’impatto sull’Italia potrebbe essere meno drammatico del previsto. Almeno nel medio periodo.

Infatti, il mercato europeo del gas è attualmente caratterizzato da un eccesso di offerta, causata dal crollo dei consumi - risultato dell’attuale congiuntura economica e di una stagione invernale particolarmente mite. Anche in vista dell’avvicinarsi della bella stagione, la disponibilità di volumi sul mercato permetterebbe di attutire eventuali ritorsioni da parte del Cremlino.

Gazprom e il legame con Mosca
La possibilità che Mosca decida si sospendere le esportazioni di gas verso l’Ucraina è tutt’altro che remota, come dimostrato dall’esperienza del decennio passato.

Di fronte a una sospensione delle forniture, Kiev - che dipende per oltre il 50% dei propri consumi dalle forniture di Gazprom - potrebbe tentare di sottrarre parte dei volumi di gas destinati all’Europa, per utilizzarli sul mercato interno. Inoltre - conseguenza ben più grave - questo potrebbe indurre il Cremlino a ridurre anche le esportazioni destinate ai mercati europei, come accaduto durante la crisi energetica del 2009.

Non è poi da sottovalutare la possibilità che - a causa di un’escalation della violenza militare nel paese - alcune delle infrastrutture destinate al trasporto del gas vengano attaccate, determinando la sospensione forzata delle forniture attraverso il territorio ucraino.

Attraverso l’Ucraina transita infatti circa il 60% delle esportazioni di gas russo destinato all’Unione europea, pari al 20% dei consumi totali europei. Proprio nel 2013, anche a causa dell’apertura di Mosca alla rinegoziazione dei contratti, le forniture russe verso l’Europa hanno toccato il picco di 135 miliardi di metri cubi, facendo registrare una crescita del 16% rispetto all’anno precedente.

L’Italia, insieme alla Germania, è tra i grandi clienti di Gazprom, il cui gas contribuisce a soddisfare il 43% dei consumi interni ed è un elemento fondamentale per la capacità di generazione di energia elettrica nazionale.

Alternativa algerina
La situazione appare meno drammatica del previsto non solo per l’inverno mite che ci lasciamo alle spalle andando verso la primavera, ma anche perché la crisi economica che affligge l’Italia e l’Europa ha determinato una sostanziale riduzione dei consumi.

Nel 2013 i consumi italiani sono scesi a 70 Bcm - minimo storico dal 2002 - facendo registrare una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente. Le importazioni si sono fermate a 62 Bcm, a fronte di una capacità totale di importazione e stoccaggio che si aggira attorno ai 110 Bcm.

Nel 2013, ad esempio, per divergenze con la compagnia algerina Sonatrach sul prezzo del gas, l’Italia ha ridotto significativamente (-40%) le proprie importazioni dal suo storico partner nordafricano. In caso di esigenza - magari pagando un premio sui prezzi data la situazione d’emergenza - le forniture dall’Algeria potrebbero essere incrementate per far fronte all’eventuale sospensioni dei flussi da parte di Gazprom.

Anche gli stessi terminal di liquefazione di gas di Panigaglia e Porto Viro, che hanno lavorato a ritmo ridotto durante il 2013 facendo registrare picchi negativi delle importazioni pari - rispettivamente - al 96 e al 13% rispetto al 2012, potrebbero contribuire a soddisfare la domanda.

Tap e diversificazione approvvigionamenti
L’ennesima crisi tra Mosca e Kiev non può che far riflettere i decisori politici sull’importanza di azioni decise verso il rafforzamento della diversificazione energetica.

L’Italia, negli anni, ha portato avanti un’ottima politica di diversificazione degli approvvigionamenti nel settore del gas naturale. L’ultimo importante successo è stata la decisione del consorzio Shah Deniz II di trasportare il gas dell’Azerbaijan in Italia attraverso il gasdotto Trans Adriatic Pipeline.

Purtroppo però, questa scelta di grande valenza strategica per il nostro paese - il gasdotto porterà ulteriori 10 Bcm sul mercato italiano, pari al 15% degli attuali consumi nazionali - è oggi messa a rischio dalla posizione del Comitato tecnico della Regione Puglia che ha espresso il proprio parere negativo sulla realizzazione del progetto.

Spesso, investimenti energetici di natura strategica per il nostro paese vengono messi rallentati o talvolta bloccati da lungaggini burocratiche o da vuoti di potere politico-amministrativi (si veda il caso del rigassificatore di British Gas a Brindisi).

L’attuale situazione in Ucraina, così come in passato le tensioni in Libia, ci devono necessariamente ricordare che un paese dipendente dalle importazioni come il nostro non può permettersi di perdere asset strategici per la propria sicurezza energetica, trovandosi di volta in volta minacciato da eventi geopolitici totalmente al di fuori del controllo nazionale.

Nicolò Sartori è ricercatore dell’Area Sicurezza e Difesa dello IAI.
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mercoledì 5 marzo 2014

Artico: incontro proposto da IsAG. Documento di base

05/02/2014 Redazione Geopolitica & Teoria 0 commentI
Ghiaccio e risorse: l’Artico come nuovo scenario geopolitico. Il 19 febbraio alla Camera
L’Oceano Artico negli ultimi decenni ha cominciato a rivestire un ruolo sempre più importante grazie al cambiamento delle condizioni climatiche e l’esplorazione di vaste aree finora inaccessibili, creando nuove opportunità commerciali, economiche e militari. Nelle profondità del Mare Artico giace il 25% delle risorse mondiali. Inoltre l’apertura di due nuove rotte commerciali ha innescato una ristrutturazione dei traffici transcontinentali in termini di costi di trasporto e tempi di percorrenza. A questi fattori economici, commerciali e strategici, che stanno attualmente modificando lo scenario artico, se ne aggiunge uno altrettanto importante, quello politico-giuridico, connesso all’esigenza del rafforzamento multilaterale, pur tenendo conto dei compromessi e degli accordi bilaterali
La regione artica è diventata il centro di nuove tensioni internazionali e rivendicazioni territoriali.
La regione artica dunque è diventata il centro di nuove tensioni internazionali e rivendicazioni territoriali. Nel 1996 è stato creato il Consiglio Artico allo scopo di dirimere attraverso i negoziati le controversie ed i problemi legati a danni ambientali. Per risolvere i problemi giuridici relativi alla regione sarebbe utile raggiungere un accordo internazionale attraverso la creazione di strumenti atti a monitorare i numerosi conflitti latenti. La vera sfida degli attori artici non sta tanto nella corsa all’approvvigionamento energetico, ma nell’affrontare in modo costruttivo eventuali ostacoli che si porranno nel raggiungimento di questo obiettivo, sempre nel rispetto della Convenzione di Montegobay.
Il nostro Paese ha una lunga tradizione di presenza scientifica e di esplorazione nella regione artica e grazie a queste attività l’Italia ha ottenuto nel maggio 2013 lo status di Osservatore Permanente nel Consiglio Artico, ed è stata incoraggiato ad intensificare le sue attività nell’area. Per tali ragioni l’IsAG intende portare all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini italiani la rilevanza geopolitica ed economica della regione artica attraverso un confronto tra i numerosi attori coinvolti.
Per discutere di questi argomenti l’IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie) organizza con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e del CNR per mercoledì 19 febbraio 2014, ore 9.00, presso la Camera dei Deputati, Palazzo Marini, Sala delle Colonne, Via Poli 19 in Roma, la conferenza Ghiaccio e risorse: l’Artico come nuovo scenario geopolitico. Partecipano gli Ambasciatori di Canada, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Russia e Svezia.
Scopo della Conferenza è, inoltre, l’individuazione di elementi di policy utili alla presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea (II Semestre 2014).
Per prendere parte all’evento è necessario registrarsi entro il 17/02/14 a eventi@istituto-geopolitica.eu, comunicando nome, cognome, eventuale ente di afferenza, indirizzo e-mail di ciascun partecipante. Giornalisti e fotografi sono tenuti a comunicare anche eventuali apparecchi di registrazione. L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.
Ore 8.45 – Registrazione dei partecipanti
Ore 9.00 – Saluti e introduzione
On. Andrea Colletti (Camera dei Deputati, Membro)
Luigi Nicolais (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Presidente)
Tiberio Graziani (IsAG, Presidente)
Ore 10.00 – Panel istituzionale
S.E. Ruth Evelyn Jacoby (Regno di Svezia, Ambasciatrice)
S.E. Petri Tuomas Tuomi-Nikula (Repubblica di Finlandia, Ambasciatore)
S.E. Birger Riis-Jorgensen (Regno di Danimarca, Ambasciatore)
S.E. Sergej Razov (Federazione Russa, Ambasciatore)
S.E. Peter McGovern (Canada, Ambasciatore)
S.E. Mathias Rongved (Regno di Norvegia, Incaricato di affari a.i.)
Ore 12.00 – Panel tecnico
Enrico Brugnoli (CNR, Direttore di Dipartimento)
Alessandra Caruso (IsAG, Ricercatrice associata)
Paolo Sellari (Università Sapienza, Docente)
Gianfranco Tamburelli (CNR, Ricercatore ISGI)
Marco Filippo Tornetta (Ministero degli Esteri, Senior Arctic Officer)
Ore 14.00 – Conclusioni e dibattito col pubblico
Modera Dario Citati (IsAG, Direttore di programma).
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mercoledì 26 febbraio 2014

EST: Da Barcellona '92 al Brazil 2014. Presentazione del nuovo numero.

Cari Amici,

Da parte
 della rivista EAST, ho il piacere di estenderVi l'invito a partecipare alla presentazione dell'ultimo numero che avrà luogo presso il Circolo Canottieri Aniene il prossimo 12 marzo alle 20.00. 
Vi prego di confermare la Vostra presenza direttamente all'ufficio eventi della rivista all'indirizzo events@eastmagazine.eu.

L'ingresso sarà permesso fino ad esaurimento dei posti in sala.
Sperando di averVi nostri graditi ospiti, Vi rivolgo i miei migliori saluti.  
Theresa Lindo
EAST Global Geopolitics Magazine

martedì 11 febbraio 2014

Europa: programmi climatici ed energetici

Energia
Europa, una politica energetica di compromesso
Nicolò Sartori
30/01/2014
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L'Unione europea rivede i suoi obiettivi climatici ed energetici. Questo è quanto è emerso la scorsa settimana, quando la Commissione ha presentato una Comunicazione che definisce il quadro per le politiche climatiche ed energetiche al 2030, fissando anche le linee guida per l’azione dell’Ue in materia.

Tra gli elementi principali, l’ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto all’obiettivo per il 2020, la riforma dell’Emission trading scheme (Ets) - il sistema per lo scambio di quote di emissione di gas serra all’interno della Comunità -, l’aumento del contributo delle rinnovabili al mix energetico europeo e il perfezionamento dei meccanismi di governance e coordinamento delle politiche nazionali.

Sebbene punti a migliorare le attuali performance europee e a rafforzare la leadership globale dell’Unione in materia di energia e sostenibilità, il documento rispecchia l’approccio pragmatico di una Commissione fortemente condizionata dall’attuale congiuntura economica e dalla progressiva perdita di competitività del sistema industriale europeo.

Meno effetto serra, più rinnovabili
La Commissione riconosce i passi avanti fatti dalle politiche energetiche-climatiche dell’Unione e fissa due nuovi obiettivi vincolanti per il futuro. Il primo prevede la riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, da raggiungere attraverso impegni dei singoli stati membri. Nello specifico, le emissioni dei settori coperti dal sistema Ets dovranno essere ridotte del 43%, mentre quelle dei settori non coperti del 30%, entrambe rispetto ai valori del 2005.

Il secondo obiettivo, relativo alle rinnovabili, prevede che quest’ultime coprano il 27% dei consumi energetici a livello europeo. Contrariamente a quanto previsto per le emissioni, l’obiettivo viene declinato solamente a livello europeo.

L’Ue pertanto, non fisserà target nazionali, lasciando maggiore flessibilità ai singoli stati membri nel definire le proprie traiettorie energetiche. Queste, tenendo conto delle peculiarità di ciascun paese (mix energetico, capacità di generare da rinnovabili), dovrebbero incrementare l’efficienza e la sostenibilità delle singole politiche nazionali.

In generale, i due obiettivi prevedono un’accelerazione - seppur in termini ragionevoli - rispetto alle politiche portate avanti sulla base del pacchetto 20-20-20.

Questo prevede un calo delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990; un aumento dell'energia derivante dalle fonti rinnovabili in modo che queste ultimi arrivino a coprire il 20% del fabbisogno energetico interno dell’Ue; una riduzione del 20% del consumo di energia grazie a misure dirette a renderlo più efficiente.

Stando all’attuale traiettoria, infatti, nel 2030 la riduzione delle emissioni si attesterebbe al 32% rispetto al 1990, mentre il contributo delle rinnovabili raggiungerebbe circa il 24% nel mix energetico europeo.

Gli stati membri saranno pertanto chiamati a migliorare le loro performance energetiche senza tuttavia essere obbligati a introdurre misure fortemente distorsive, come avvenuto in molti casi in seguito all’adozione del pacchetto 20-20-20.

La prudenza di Bruxelles è confermata dall’approccio adottato in materia di efficienza energetica. Tenendo in considerazione le difficoltà incontrate nel 2012 per l’adozione della relativa direttiva, e consapevole che l’obiettivo (non vincolante) del 20% per il 2020 non sarà rispettato, la Commissione non ha infatti fissato nessun nuovo target per il 2030. L’intenzione è di aspettare l’esito della valutazione dei risultati ottenuti fino ad oggi, che verrà presentata nel 2014, e in caso proporre modifiche all’attuale legislazione.

Nuovi meccanismi
Partendo dalle difficoltà sperimentate negli ultimi cinque anni, la Commissione si concentra anche sulla ridefinizione dei meccanismi necessari a raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030.

In particolare, Bruxelles sembra riconoscere i problemi legati al funzionamento del sistema Ets che, a causa dell’incapacità di adattarsi all’attuale congiuntura economica, ha abbattuto il prezzo del carbonio generando un eccesso di permessi in circolazione di circa due miliardi.

Pur non mettendone in dubbio il ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di de-carbonizzazione, la Commissione sembra intenzionata ad aggiustare il tiro del sistema Etd, proponendo la creazione di una riserva per la stabilità del mercato. La riserva, che nelle intenzioni della Commissione dovrebbe essere stabilita a partire dal 2021, dovrebbe regolare automaticamente l’immissione di quote nel mercato, nel tentativo di far fronte all’eccedenza di permessi generati negli ultimi anni.

Un altro aspetto importante introdotto dalla comunicazione riguarda il miglioramento della gestione delle politiche nazionali a livello europeo, attraverso la creazione di un nuovo sistema di governance e di una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo, sostenibile e sicuro. In base al modello pensato dalla Commissione, gli stati membri elaboreranno i loro piani nell’ambito di un approccio comune che garantirà maggiore coordinamento e sorveglianza da parte dell’Ue.

Pragmatismo necessario
La sensazione è che la Commissione sia costretta a operare con le mani legate. Il tema della competitività economico-industriale dell’Europa in questo periodo di crisi e di declino relativo appare troppo importante per essere sacrificato in favore di ambiziose politiche climatiche ed energetiche.

L’assenza di cooperazione internazionale, in vista dei negoziati internazionali per un nuovo accordo mondiale sul clima che si concluderanno a Parigi alla fine del 2015, rende questa esigenza ancora più palese.

In attesa di proposte dettagliate, Bruxelles sembra muoversi con grande circospezione e pragmatismo. Pur senza abbandonare l’ideale di un’Ue paladina globale dello sviluppo sostenibile, la Commissione ha presentato un quadro per il 2030 all’insegna di aggiustamenti incrementali e flessibilità.

Nelle circostanze attuali, infatti, l’Europa non riuscirebbe a sopportare un’altra forzatura come quella introdotta nel 2009 col pacchetto 20-20-20. E di questo, a Bruxelles, sembrano esserne consapevoli.

Nicolò Sartori è ricercatore dell’Area Sicurezza e Difesa dello IAI.
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venerdì 31 gennaio 2014

IsAG: notiziario. Asia Pacifico. Call of Papers. Articoli

Geopolitica:

Asia Pacifico: un nuovo pivot
In corso di stampa Geopolitica, vol. II, no. 2/3 (Estate-Autunno 2013) ASIA PACIFICO: UN NUOVO PIVOT   Da alcuni decenni si parla del XXI come del “Secolo del Pacifico”. Quest’idea è stata solo corroborata dalla decisione dell’Amministrazione Obama di riorientare la strategia nazionale degli USA per fare perno sulla regione dell’Asia-Pacifico. Gli analisti vi leggono una nuova enfasi sul controverso rapporto USA-Cina, il cui scontro per l’egemonia è preconizzato da alcuni. In questo numero di ...

Call for Papers:

Vol. III, n. 1 (Primavera 2014) – India: potenza e contraddizioni
Vol. III, n. 1 (Primavera 2014) India: potenza e contraddizioni Scadenza per le proposte: 15 febbraio 2014 Scadenza per gli articoli: 1 aprile 2014 GEOPOLITICA. Rivista dell’Istituto in Alti Studi di Geopolitica e Scienze Ausiliarie accetta proposte per il numero di Primavera 2014. Il tema monografico del volume è: India: potenza e contraddizioni. Il numero approfondirà molteplici tematiche connesse all’India, potenza emergente, in un anno importante per la politica interna del Paese, viste le programmate ...

I Report dell'IsAG:

Latvia – 20 years after its independence (or a trade-off?)
No. 22 – January 2014 Author: Eva Maurina Language: English Keywords:  Europe  Latvia  Privatization   Download (PDF) / Scarica (PDF)   Abstract Following famous words of my professor Anis Bajrektarevic that: “the Atlantic Europe is a political power-house (with the two of three European nuclear powers and two of five permanent members of the UN Security Council, P-5), Central Europe is an economic power-house, Russophone Europe is an energy power-house, Scandinavian Europe is all of that a bit, and Eastern Europe is none of it”, I wanted to examine the standing of my own place of origin in the ‘new European constellations’. What happens to ...

Collana Orizzonti d'Eurasia:

L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo
L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo Curatori: Dario Citati e Alessandro Lundini Editore: Fuoco Edizioni & IsAG, Roma 2013 Collana: Orizzonti di Eurasia Caratteristiche: 296 pp., cartografie b/n di Lorenzo Giovannini, prefazione di Tiberio Graziani, postfazione di Roberto Valle, € 20,00 ISBN: 9-78889736377-4 Dalla Quarta di copertina La Repubblica del Kazakhstan, che ha acquisito l’indipendenza nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell’URSS, è uno dei Paesi più variegati del mondo sotto il profilo della composizione nazionale e religiosa: sul suo vasto territorio si contano infatti oltre 130 gruppi etnici e 40 confessioni all’interno di una popolazione di circa 16 milioni di ...

Collana Heartland:

Halford John Mackinder: Dalla geografia alla geopolitica
Halford J. Mackinder (1861-1947) è stato un uomo dalle molteplici carriere: geografo, è considerato il fondatore moderno della disciplina in Gran Bretagna; educatore, ha creato l’Università di Reading e consolidato la London School of Economics come suo secondo direttore; esploratore, è stato il primo uomo a scalare il Monte Kenya, la seconda vetta africana; politico, ha seduto in Parlamento e ricevuto diversi incarichi ufficiali, tra cui quello d’Alto Commissario britannico nella Russia Meridionale sconvolta dalla guerra civile. ...

Geopolitica Online:

129 etnie e 40 religioni: il Kazakhstan e la sfida della convivenza
Nell’ultimo articolo, scrivendo di A.J. Toynbee, si è citata una sua espressione riguardo alla “molteplicità nell’unità” (multiplicity-in-unity). Un concetto similare è espresso nel titolo de L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà del Kazakhstan contemporaneo, recentissima opera di Fuoco Edizioni a cura di Dario Citati e Alessandro Lundini (e con contributi anche di Eliseo Bertolasi, Giacomo Guarini, Giuliano Luongo e Roberto Valle), la quale inaugura la nuova collana “Orizzonti d’Eurasia” patrocinata dall’IsAG e dedicata all’area ...
 

Moniz Bandeira: “Spionaggio elemento essenziale nella storia USA”
Jary Cardoso, giornalista brasiliano, nel mese di novembre 2013, ha intervistato il professore Luiz Alberto Moniz Bandeira, membro del consiglio scientifico di “Geopolitica”. Riportiamo a continuazione il testo integrale dell’intervista tradotto in lingua italiana.   Il geopolitico Luiz Alberto Moniz Bandeira, di anni 77, è stato presente nella recente Fiera del Libro di Francoforte per la presentazione delle edizioni dei suoi libri in tre lingue: in mandarino, “Formazione dell’Impero Americano”, pubblicato quest’anno in Cina e ...

Il lievito russo, l’immutabile Iran, l’Europa che non c’è. Intervista a Pietrangelo Buttafuoco
Domenica 12 gennaio è stato presentato presso il Caffè Letterario di Roma l’ultimo libro di Pietrangelo Buttafuoco, “Il dolore pazzo dell’amore” (Bompiani, 2013). Buttafuoco, giornalista e scrittore, è stato anche conduttore televisivo, portando sulla tv italiana il primo e a oggi ultimo programma espressamente dedicato alla geopolitica (“Il Grande Gioco”). Giacomo Guarini lo ha intervistato per noi.   Una prima domanda che vorrei farle è sulla Russia, come realtà antropologica. Cosa dovrebbe attingere, a suo ...

 
L’Area Med, opportunità strategica per l’Italia
Le prospettive economiche dei Paesi del Mediterraneo, all’infuori dell’eurozona, sono positive. Nel 2013 la crescita economica media dell’Area Med, inclusi i Paesi dell’eurozona, è stata dello 0,4%, valore trainato dai Paesi fuori dall’eurozona, il cui Pil in media è aumentato del 3,5%. I recenti provvedimenti in materia economica e fiscale, faranno di questi Paesi un’opportunità di sviluppo commerciale e industriale.   In tempi di recessione, i Paesi della sponda sud del bacino del Mediterraneo rappresentano ...

Notizie dall'Istituto:

Gli scontri di Kiev: Eliseo Bertolasi intervistato da Funkhaus Europa
Eliseo Bertolasi, ricercatore associato dell’IsAG (Programma “Eurasia”), è stato intervistato dall’emittente tedesca Funkhaus Europa a proposito dei recenti scontri di Kiev. Leggi l’articolo: Sull’orlo della guerra civile Riascolta l’intervista ...


Tensioni nel Mar Cinese Orientale: Daniele Scalea intervistato da L’Indro
Daniele Scalea, direttore generale dell’IsAG e condirettore di Geopolitica, è stato intervistato da Priscilla Inzerilli de “L’Indro” a proposito degli ultimi sviluppi della contesa tra Cina e Giappone nel Mar Cinese Orientale. L’articolo, intitolato Mar Cinese Orientale, ancora tensioni, può essere letto cliccando qui. ...

Video:

La relazione strategica Italia-America Latina. Simona Bottoni a Radio Popolare 
Simona Bottoni, ricercatrice IsAG, interviene al programma "Bucanero" di Radio Popolare (22 novembre 2013). ...

martedì 21 gennaio 2014

Notiziario IsAG n. 100. Segnalazione

Quaderni di Geopolitica:

Italia e Serbia. Passato, presente e futuro di un’amicizia
Quaderni di Geopolitica, no. 3 (Supplemento al Vol. II, 2013) ITALIA E SERBIA. PASSATO, PRESENTE E FUTURO DI UN’AMICIZIA   Nell’ultimo decennio la Repubblica di Serbia ha conosciuto una rapida crescita economica e attratto ingenti investimenti dall’estero. L’Italia ha svolto in questa evoluzione un ruolo assai importante, tanto da rappresentare oggi il primo investitore nel Paese balcanico. La vicinanza geo-culturale dei due Paesi ha facilitato inoltre un riavvicinamento dei rapporti politici ...

Collana Orizzonti d'Eurasia:

L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo
L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo Curatori: Dario Citati e Alessandro Lundini Editore: Fuoco Edizioni & IsAG, Roma 2013 Collana: Orizzonti di Eurasia Caratteristiche: 296 pp., cartografie b/n di Lorenzo Giovannini, prefazione di Tiberio Graziani, postfazione di Roberto Valle, € 20,00 ISBN: 9-78889736377-4 Dalla Quarta di copertina La Repubblica del Kazakhstan, che ha acquisito l’indipendenza nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell’URSS, è uno dei Paesi più variegati del mondo sotto il profilo della composizione nazionale e religiosa: sul suo vasto territorio si contano infatti oltre 130 gruppi etnici e 40 confessioni all’interno di una popolazione di circa 16 milioni di ...

Collana Heartland:

Halford John Mackinder: Dalla geografia alla geopolitica
Halford J. Mackinder (1861-1947) è stato un uomo dalle molteplici carriere: geografo, è considerato il fondatore moderno della disciplina in Gran Bretagna; educatore, ha creato l’Università di Reading e consolidato la London School of Economics come suo secondo direttore; esploratore, è stato il primo uomo a scalare il Monte Kenya, la seconda vetta africana; politico, ha seduto in Parlamento e ricevuto diversi incarichi ufficiali, tra cui quello d’Alto Commissario britannico nella Russia Meridionale sconvolta dalla guerra civile. ...

I Report dell'IsAG:

Il Brasile contemporaneo nel contesto globale. Processi d’integrazione regionale in America Latina e opportunità d’investimento per le imprese italiane
No. 21 – December 2013 Author: Simona Bottoni Language: Italiano Keywords:  Latin American integration  PAC 1  Social inclusion   Download (PDF) / Scarica (PDF)   Abstract Goal of this work is to give an instrument, simply and quickly consultable, as much as possible complete, to the businessmen and to the curiouses of Brazil too, as a guide to help their strategic decisions or, more modestly, to satisfy some of their curiosities. To achieve it an introduction was needed, describing of salient aspects that distinguished the Brazilian social-economic context in the latest years. ...

Geopolitica Online:

Kiev, la nuova “Stalingrado” della Russia
Dal nostro corrispondente a Kiev   Il 21 novembre 2013 Kiev ha sospeso la stesura dell’accordo di associazione UE-Ucraina. Tale è stata la decisione del Gabinetto dei Ministri dell’Ucraina. Inoltre, sono state date istruzioni ai ministeri competenti per riprendere il dialogo con i Paesi membri dell’Unione Doganale1. Era impossibile non prevedere, come reazione a questo preciso atto politico, un’esplosione di protesta da parte, soprattutto, dei sostenitori dell’integrazione europea. Da quella data, manifestazioni di massa si ...


Geopolitica: che cos’è e perché in Italia ne abbiamo bisogno
Geopolitica è un termine che deve i suoi natali allo svedese R. Kjellén (1864-1922), il quale la intendeva come una parte – quella relativa al rapporto tra Stato e territorio – della sua più generale disamina dello Stato come “ente organico” che, al pari degli altri organismi viventi, nasce, cresce, si ammala e muore. Il geografo britannico H.J. Mackinder (1861-1947), cercando di riscontrare nella storia dell’uomo delle regole generali determinate dai fattori geografici, ispirò in ...


Il Pakistan tra Islam e Nucleare. Intervista a Shahid Mobeen
Intervista al prof. Shahid Mobeen dell’Università Pontificia Lateranense, fondatore dell’associazione pakistani cristiani in Italia, a opera di Roberto Colella.   Il Pakistan è nato come uno Stato laico eppure nel corso del tempo è diventato il primo Stato islamico nel Mondo. Quali fattori hanno condizionato il Pakistan verso un islam militante e quali sono state le ripercussioni verso le minoranze religiose a cominciare da quella cristiana? Il Pakistan nasce come uno stato laico, tant’è che ...


I BRICS e il Mediterraneo: il mare della multipolarità?
“Tutto va ricatturato e riposizionato nella struttura generale della storia, cosicché, malgrado le difficoltà, i fondamentali paradossi e contraddizioni, potremo rispettare l’unità della storia che è anche l’unità della vita” Fernand Braudel   La regione mediterranea s’identifica assolutamente col corso della storia mondiale: è l’area delle civiltà e degl’imperi, un grande mare geopolitico-geoculturale e geofilosofico destinato a giudicare l’ascesa e la caduta delle potenze mondiali. La regione mediterranea oggi ha qualcosa in più con cui ...


L’Italia continua per la strada delle privatizzazioni ma rischia una ulteriore marginalizzazione della propria economia
Nonostante le esperienze negative del passato ed in controtendenza rispetto ai paesi che meglio avanzano nel mezzo della crisi, la privatizzazione delle attività pubbliche torna ad essere considerata strumento utile per l’economia nazionale.   Far passare l’idea che il problema risieda nell’eccessivo indebitamento pubblico e non nell’esplosione di quello privato, soprattutto finanziario, come ammesso dal vice-presidente della Bce Vítor Constâncio, è funzionale all’imposizione di ricette economiche controproducenti che bloccano ogni tipo di spesa pubblica, anche ...


La guerre en Syrie et la notion de propagande
Dans la guerre en Syrie, l’entourage du chef de l’État français a fait état de «la grande détermination de la France à réagir et à ne pas laisser ces crimes impunis». Barak Obama et François Hollande «partagent la même certitude sur la nature chimique de l’attaque» ainsi que sur la «responsabilité indubitable du régime». L’administration étasunienne affirme que sa volonté d’intervenir n’a pas pour objet le règlement du conflit. Ainsi,le secrétaire d’Etat John Kerry a ...


L’evoluzione del “Sistema di Integrazione Centro Americano” e i rapporti con gli Stati Uniti e l’Unione Europea
Introduzione Lo scenario latino americano, presenta attualmente, un quadro assai complesso nel quale convivono alleanze e raggruppamenti di Paesi che, negli ultimi decenni, hanno dato vita a numerose e variegate istituzioni regionali e sub regionali. L’America Latina, dopo l’Europa, è l’area in cui si è maggiormente sviluppato il fenomeno del regionalismo, un fenomeno che ha dato vita al Mercato Comune del Sud (MERCOSUR), la Comunità Andina, il Sistema d’Integrazione Centroamericana (SICA) e nuovi esperimenti di ...

Notizie dall'Istituto:

Assegno di ricerca “Il Golfo Persico nella geopolitica del Medio Oriente” (Università di Genova)
L’IsAG ha co-finanziato per l’anno 2013 l’assegno di ricerca “Il Golfo Persico nella geopolitica del Medio Oriente”, assegnato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Genova. Il progetto si è posto l’obiettivo di esaminare il ruolo del Golfo Persico nell’ambito della geopolitica del Medio Oriente, considerando i rilevanti cambiamenti in corso nell’intera regione a partire dal 2011 con l’inizio della cosiddetta ‘Primavera Araba’. La prima parte della ricerca indaga sulle ragioni che rendono cruciale, per gli equilibri internazionali, l’intera area del Golfo Persico, focalizzandosi sul ruolo dei singoli paesi che si affacciano su esso. La seconda parte del progetto si incentra invece sull’influenza ...