Unione europea Difesa Ue, una luce fuori dal tunnel Alessandro Ungaro 28/03/2016 |
Il 2016 rappresenta indubbiamente una tappa fondamentale per la sicurezza e difesa dell’Unione europea, Ue, per la sua identità, la sua proiezione esterna, il suo pensiero strategico ancora in fieri.
Gli archi di crisi che ormai circondano il Vecchio Continente, l’instabilità diffusa nel vicinato europeo, la gestione dei profughi e dei flussi migratori, il terrorismo internazionale e le tendenze espansionistiche russe (e non solo) mettono a dura prova la tenuta dell’Ue.
Al tempo stesso però, come spesso accade, esse possono rivelarsi un’occasione per rimescolare le carte in tavola e immaginare nuove forme di cooperazione forse più efficaci, solide e politicamente più sostenibili. Inoltre, anche il referendum sull’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Ue, il cosiddetto Brexit, rappresenta comunque un momento chiarificatore anche sulle prospettive dell’integrazione nel campo della sicurezza e difesa.
Agenda della difesa 2016
Il 2016 si è già in parte contraddistinto - e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi - per alcune importanti iniziative attinenti il campo della sicurezza e difesa: alcune vedranno la loro conclusione nel corso di quest’anno, mentre altre dovrebbero prendere il via durante il secondo semestre.
Certamente atteso è il documento sull’European Union Global Strategy (Eugs) che sarà presentato dall’Alto Rappresentante Federica Mogherini al Consiglio europeo di giugno.
In autunno la Commissione presenterà al Parlamento un rapporto sull’applicazione delle due Direttive approvate nel 2009 sugli acquisti pubblici di prodotti per la difesa e la sicurezza (2009/81) e sui trasferimenti intra-comunitari di equipaggiamenti militari (2009/43).
Nel frattempo però, già a febbraio il Group of Personalities on the Preparatory Action for CSDP-Related Research, nominato dalla Commissione, ha presentato il suo Report sull’European Defence Research.
In prospettiva, vi dovrebbe essere la preparazione di una Defence Strategy basata sull’Eugs e dell’European Defence Action Plan da parte della Commissione, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Europea di Difesa (European Defence Agency, EDA). Infine, la già citata Preparatory Action avrà la necessità di una definizione più accurata e strutturata affinché prenda avvio nel corso del 2017per finanziare in modo sperimentale alcuni progetti di ricerca nel campo della difesa.
Una nuova Europa tecnologicamente avanzata
A prescindere dalle modalità che l’Ue intenderà adottare per affrontare le molteplici sfide che l’attendono, il comparto industriale ad alta tecnologia può svolgere un ruolo determinante per contribuire ad una migliore e più efficace politica di sicurezza e difesa del continente europeo.
A questo proposito, il convegno organizzato dall’Istituto affari Internazionali il prossimo 4 aprile cercherà di fornire il proprio contributo a individuare le iniziative che a livello europeo debbono essere considerate prioritarie e che, in tandem con quelle dei singoli stati membri, possono rilanciare il tema di un’Europa più sicura e difesa.
Non bisogna infatti dimenticare che detenere e gestire un vantaggio tecnologico è un elemento fondamentale di ogni politica di deterrenza così come di ogni intervento volto ad assicurare la stabilità internazionale e contrastare ogni minaccia alla sicurezza e alla convivenza.
Ogni eventuale azione di tipo militare o di sicurezza in senso lato poggia sulla necessità di un rafforzamento delle capacità tecnologiche e industriali europee volte a garantire un livello minimo di autonomia strategica dell’Europa, affinché essa possa muoversi e decidere liberamente, forte delle sua capacità, all’interno dello scenario internazionale di sicurezza.
Inoltre, la crescente facilità e velocità dei trasferimenti tecnologici accrescono sempre più l’esigenza di garantire continuità ed intensità all’innovazione tecnologica sia a livello di prodotti che di processi per evitare di perdere il vantaggio tecnologico acquisito faticosamente negli anni.
Se da un lato, infatti, l’Europa sta rapidamente erodendo il patrimonio tecnologico militare accumulato negli scorsi decenni, dall’altro la dualità delle tecnologie avanzate e l’interazione col crescente settore della sicurezza avvalorano sempre di più il ruolo del settore della difesa nello sviluppo di una nuova Europa tecnologicamente avanzata.
Ostacoli da superare
Questa prospettiva però è tuttora ostacolata dalle insufficienti risorse a disposizione dell’innovazione tecnologica, dalla mancanza di una vera dimensione europea, dall’assenza di un mercato continentale integrato in grado di attenuare una controproducente concorrenza intra-europea e, soprattutto, dall’assenza di nuovi programmi di collaborazione intergovernativa di rilievo.
La strada da percorrere è ancora lunga, impegnativa e irta di ostacoli. Forse però, dopo decenni, si intravede la luce fuori dal tunnel.
Alessandro R. Ungaro è ricercatore del Programma Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @AleRUnga).
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Gli archi di crisi che ormai circondano il Vecchio Continente, l’instabilità diffusa nel vicinato europeo, la gestione dei profughi e dei flussi migratori, il terrorismo internazionale e le tendenze espansionistiche russe (e non solo) mettono a dura prova la tenuta dell’Ue.
Al tempo stesso però, come spesso accade, esse possono rivelarsi un’occasione per rimescolare le carte in tavola e immaginare nuove forme di cooperazione forse più efficaci, solide e politicamente più sostenibili. Inoltre, anche il referendum sull’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Ue, il cosiddetto Brexit, rappresenta comunque un momento chiarificatore anche sulle prospettive dell’integrazione nel campo della sicurezza e difesa.
Agenda della difesa 2016
Il 2016 si è già in parte contraddistinto - e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi - per alcune importanti iniziative attinenti il campo della sicurezza e difesa: alcune vedranno la loro conclusione nel corso di quest’anno, mentre altre dovrebbero prendere il via durante il secondo semestre.
Certamente atteso è il documento sull’European Union Global Strategy (Eugs) che sarà presentato dall’Alto Rappresentante Federica Mogherini al Consiglio europeo di giugno.
In autunno la Commissione presenterà al Parlamento un rapporto sull’applicazione delle due Direttive approvate nel 2009 sugli acquisti pubblici di prodotti per la difesa e la sicurezza (2009/81) e sui trasferimenti intra-comunitari di equipaggiamenti militari (2009/43).
Nel frattempo però, già a febbraio il Group of Personalities on the Preparatory Action for CSDP-Related Research, nominato dalla Commissione, ha presentato il suo Report sull’European Defence Research.
In prospettiva, vi dovrebbe essere la preparazione di una Defence Strategy basata sull’Eugs e dell’European Defence Action Plan da parte della Commissione, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Europea di Difesa (European Defence Agency, EDA). Infine, la già citata Preparatory Action avrà la necessità di una definizione più accurata e strutturata affinché prenda avvio nel corso del 2017per finanziare in modo sperimentale alcuni progetti di ricerca nel campo della difesa.
Una nuova Europa tecnologicamente avanzata
A prescindere dalle modalità che l’Ue intenderà adottare per affrontare le molteplici sfide che l’attendono, il comparto industriale ad alta tecnologia può svolgere un ruolo determinante per contribuire ad una migliore e più efficace politica di sicurezza e difesa del continente europeo.
A questo proposito, il convegno organizzato dall’Istituto affari Internazionali il prossimo 4 aprile cercherà di fornire il proprio contributo a individuare le iniziative che a livello europeo debbono essere considerate prioritarie e che, in tandem con quelle dei singoli stati membri, possono rilanciare il tema di un’Europa più sicura e difesa.
Non bisogna infatti dimenticare che detenere e gestire un vantaggio tecnologico è un elemento fondamentale di ogni politica di deterrenza così come di ogni intervento volto ad assicurare la stabilità internazionale e contrastare ogni minaccia alla sicurezza e alla convivenza.
Ogni eventuale azione di tipo militare o di sicurezza in senso lato poggia sulla necessità di un rafforzamento delle capacità tecnologiche e industriali europee volte a garantire un livello minimo di autonomia strategica dell’Europa, affinché essa possa muoversi e decidere liberamente, forte delle sua capacità, all’interno dello scenario internazionale di sicurezza.
Inoltre, la crescente facilità e velocità dei trasferimenti tecnologici accrescono sempre più l’esigenza di garantire continuità ed intensità all’innovazione tecnologica sia a livello di prodotti che di processi per evitare di perdere il vantaggio tecnologico acquisito faticosamente negli anni.
Se da un lato, infatti, l’Europa sta rapidamente erodendo il patrimonio tecnologico militare accumulato negli scorsi decenni, dall’altro la dualità delle tecnologie avanzate e l’interazione col crescente settore della sicurezza avvalorano sempre di più il ruolo del settore della difesa nello sviluppo di una nuova Europa tecnologicamente avanzata.
Ostacoli da superare
Questa prospettiva però è tuttora ostacolata dalle insufficienti risorse a disposizione dell’innovazione tecnologica, dalla mancanza di una vera dimensione europea, dall’assenza di un mercato continentale integrato in grado di attenuare una controproducente concorrenza intra-europea e, soprattutto, dall’assenza di nuovi programmi di collaborazione intergovernativa di rilievo.
La strada da percorrere è ancora lunga, impegnativa e irta di ostacoli. Forse però, dopo decenni, si intravede la luce fuori dal tunnel.
Alessandro R. Ungaro è ricercatore del Programma Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @AleRUnga).