Da Osservatore Artico Contatti:vds post in data 6 agosto 2024
Dai Caraibi all’Artico
Per secoli l’oceano artico e i mari più settentrionali sono stati uno spazio troppo estremo per l’uomo e per la navigazione, lasciando al più ai balenieri il gravoso compito di una pesca d’altura in condizioni ai limiti umani. Il cambiamento climatico in atto, invece, scioglie sempre più i ghiacci marini artici, e così le temperature a terra si alzano, aprendo il turismo anche ai crocieristi.
Nel 2019 furono oltre 23.000 i visitatori delle isole Svalbard scesi dalle navi da crociera, secondo lo studio di Mosj, il sistema di monitoraggio ambientale delle lontane isole norvegesi. Una svolta epocale, che sta trasformando la regione, la società e l’economia. Aeco (Association of Arctic Expeditions Cruise Operators) è l’associazione di categoria che lavora per le nazioni nordiche e atlantiche per lo sviluppo del settore crocieristico, anche se i nodi irrisolti per la totale apertura al mercato non sono di poco conto. Sia da un punto di vista ambientale, sia nella cornice più ampia della sicurezza.
“La nostra organizzazione lavora per assicurarsi che il turismo crocieristico expedition nell’Artico si sviluppi nel massimo riguardo della sicurezza a terra e a bordo”, risponde Gyða Guðmundsdóttir, Community Engagement Specialist di Aeco. “Una grossa fetta di questo lavoro è promossa tramite la cooperazione con gli enti preposti alle attività di ‘Search & Rescue’ in tutta la regione, per avere uno scambio proficuo di informazioni, e per assicurarci che il settore delle crociere di questo tipo possano diventare asset specifici nella preparazione e nella risposta per le attività SAR”.