Di
Paolo Migliavacca.
Sintesi
Solo
il 2,6% dell’acqua presente sulla Terra è dolce. Attualmente l’umanità ne
consuma oltre 4 mila km2 annui: 400 per usi domestici, 1200 per usi industriali
e ben 2500 per usi agricoli. La disponibilità è inoltre geograficamente assai
squilibrata: un abitante dei paesi industrializzati dispone in media di circa 300
litri d’acqua potabile al giorno, mentre chi vive in quelli sottosviluppati
meno di un decimo, da 10 a 30. Detto altrimenti, l’11% della popolazione
mondiale consuma l’88% dell’acqua disponibile. Ciò costituisce il vero nucleo
del problema idrico , in grado di far deflagare conflitti interstatuali per il
controllo delle risorse idriche. Questa scarsità è distinta ad accentuarsi a
causa dei tassi di sviluppo economico e della presente demografia. Poiché 276
grandi laghi o corsi d’acqua mondiali (i cui bacini riguardano il 46% delle
terre emerse, metà della popolazione planetaria e 148 dei 204 Paesi del mondo
sono ripartiti tra due o più Paesi rivieraschi, il rischio di conteziosi
internazionali è significativo. La guerra per l’acqua non è però un esito
obbligato: vari accordi di cooperazione sopranazionale in materia fluviale
hanno infatti continuato ad operare anche in presenza di uno stato di
belligeranza tra i Paesi firmatari.
“Nomos & Khaos.
Rapporto Nonisma 2012-2013 sulle prospettive economico-strategiche.
Osservatorio Scenari Strategici e di Sicurezza. (approfondimenti ed info:www.
Nonimasma.it)
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