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lunedì 10 luglio 2023

Antonio VIgliano. A proposito di HUMINT

 

          Nuovi scenari e nuove sfide

 

L’attuale scenario geopolitico internazionale presenta una ricca varietà di nuove minacce, alla quale la human intelligence si sta adattando al contrasto. Come già descritto in precedenza, è tornata in auge dopo un lungo periodo, nel quale ha assunto ruoli secondari. Con i moderni conflitti asimmetrici è tornata ad essere la protagonista della ricerca informativa, dimostrandosi all’altezza dei compiti assegnati e dimostrando un’ottima capacità di adattamento e di evoluzione sia in campo strategico, sia nel campo operativo.

Al giorno d’oggi il dominio delle informazioni è fondamentale per la condotta di qualsiasi operazione politica, economica e militare, costituendo, di conseguenza, un fattore di potenza. Pertanto, l’intelligence costituisce uno strumento essenziale per la previsione e la comprensione di tutti i movimenti degli assetti geopolitici internazionali.

I fenomeni indiretti scatenati dalla globalizzazione hanno portato le Agenzie per le informazioni e la sicurezza a lavorare in maniera meno settoriale, a vantaggio dei sistemi integrati e del lavoro interdisciplinare, e aprendo a nuovi settori della conoscenza. Le nuove minacce che hanno reso globale il concetto di sicurezza[1], hanno portato gli Stati a dotarsi di agenzie di intelligence sempre più all’avanguardia, per stare sempre un passo avanti ai propri avversari e per continuare a garantire l’indipendenza, l’integrità politica ed economica dello Stato e delle sue istituzioni, la sicurezza dei cittadini, delle imprese e dei rispettivi beni, sia in patria che all’estero.

Oltre ai conflitti asimmetrici che non caratterizzano più solamente zone delimitate, ma riescono ad influenzare diverse aree, la globalizzazione ha portato alla luce un altro tipo di conflitto: la “guerra economica”.

Questo tipo di conflitto, è caratterizzato da competizioni strategiche di tipo economico tra due o più Stati e basato su scontri fatti sui tavoli delle borse e delle camere di commercio, tra quotazioni di mercato, disponibilità di materie prime, crediti, debiti, speculazioni finanziarie, contenziosi finanziari e corsa allo sviluppo tecnologico. Per combattere battaglie di questo tipo, nelle quali sono entrati prepotentemente anche attori non statali (grandi banche d’affari, holding, multinazionali e lobbies finanziarie di ogni tipo), è più che mai necessario una intensa attività informativa. Gli Stati che combattono queste battaglie, oggi ancor più devastanti grazie al dominio cyber[2], devono stare al passo con tutti i sistemi di informazione e sicurezza per assicurare la difesa delle proprie risorse strategiche e dei propri interessi nazionali, cercando nel frattempo di indebolire l’avversario soprattutto nel settore della ricerca[3]. Per fare ciò, è necessaria la partecipazione di strutture private, in una sorta di mutua collaborazione tra Stato e imprese.

La guerra economica è fondamentalmente basata su informazioni e comunicazione. Gli attori che vi prendono parte sono spesso interdipendenti tra loro e agiscono in una rete globale che non ha confini dal punto di vista geografico e non risponde a criteri giuridici unitari[4]. Di conseguenza ogni attore che vi prende parte deve essere in grado, come in un conflitto asimmetrico, di mettere in atto tutte le tecniche di Information Warfare[5], ovvero, una procedura di approccio basata sulla gestione e l’utilizzo dell’informazione a tutti i livelli, allo scopo di assicurarsi il vantaggio sull’avversario.

Il professor Martin C. Libicki, dell'Institute for National Strategic Studies, sostiene che esistano sette tipologie di Information warfare con l'avversario, sia esso politico, militare o economico[6]:

-        command and control warfare (C2W) (guerra di comando e controllo), che mira a colpire la testa e il collo dell'avversario;

-        intelligence-based warfare (IBW) (guerra basata sulle informazioni), che consiste nel progettare e proteggere i propri sistemi per la gestione dell'informazione, e nell'ingannare e inquinare quelli avversari al fine di dominare il campo di battaglia;

-        electronic warfare  (guerra elettronica) che sfrutta sofisticati apparati radioelettronici e strumenti di crittografia;

-        psychological warfare (PSYOP) (guerra di operazioni psicologiche sui singoli o sulla massa) in cui l'informazione è adoperata per influire e per modificare pensieri e opinioni di soggetti amici neutrali o nemici;

-        hacker warfare (HW) (guerra degli esperti informatici) che prevede l'attacco a computer, reti telematiche e sistemi di elaborazioni dati;

-        economic information warfare (EIW) (guerra delle informazioni a rilievo economico) con la paralisi delle informazioni o il loro pilotaggio volto a garantire la supremazia economica;

-        guerra cibernetica, che è la sintesi delle operazioni più futuribili sul campo di battaglia, con l'utilizzo di alta tecnologia informatica, elettronica, satellitare ecc.

A queste si aggiungono tutte le attività per riuscire ad ottenere la superiorità di conoscenze rispetto all’avversario. La conoscenza è senza dubbio l’arma più potente. Il possesso ed il mantenimento di conoscenze superiori all’avversario, rappresenta un punto chiave per la risoluzione degli odierni conflitti, soprattutto quelli economici. A tale scopo, il supporto agli enti governativi sarà fornito dalle Università e dai centri di ricerca, i quali, rappresentano il nerbo della conoscenza di un paese.

Sulla base di questi nuovi criteri di guerra cognitiva[7] vengono rimodellate le varie specialità dell’intelligence, e aggiornate le metodologie di impiego per combattere la guerra economica. Anche la humint, alla pari delle altre specialità, concorre alle attività di controllo e monitoraggio dei comportamenti irregolari che potrebbero nuocere ai settori strategici dello stato e di conseguenza alla sicurezza nazionale, lavorando all’acquisizione di notizie dopo un’accurata analisi (nel campo economico, soprattutto scientifica), consentendo al Decisore politico di giocare d’anticipo. Oggi è più che mai indispensabile giocare d’anticipo, ed il fattore umano gioca ancora un ruolo determinante. Sapere anticipatamente, ad esempio, se l’avversario sta cercando di mettere in atto una manovra comunicativa per infangare un marchio, o sta preparando una manovra speculativa, è di fondamentale importanza. Così come è di fondamentale importanza conoscere in anticipo rispetto all’avversario determinate realtà, dove sia possibile intraprendere nuove attività commerciali e nuovi investimenti per le proprie imprese nazionali. Giocano un ruolo fondamentale in quest’ultimo caso, le attività di promozione delle Camere di commercio e dei centri culturali.

La cooperazione tra le Agenzie di Intelligence e la collaborazione con altre entità governative, formano il nocciolo duro della così detta “Intelligence economica” che ha, appunto, lo scopo di raccogliere informazioni sensibili per poter danneggiare l’avversario e di proteggere i propri interessi nazionali, utilizzando tutti gli strumenti della guerra cognitiva[8].             

                                    



[1] Masci Claudio – Piacentini Luciano, Humint questa sconosciuta…Rubbettino, p. 212 – 222 (Metti: Ivi, pp.212-222)

[2] “Un dominio all'interno del contesto informativo costituito dalla rete interdipendente di infrastrutture informatiche e dei dati residenti, inclusi Internet, reti di telecomunicazioni, sistemi informatici, e di processori e i controlli integrati”

Cit. Department of Defense, Dictionary of Military and Associated Terms (JP 1-02), Joint Publication 1-02, 8 November

2010, As Amended Through 15 February 2016 p. 57

[3] Masci Claudio Masci – Piacentini Luciano, Humint questa sconosciuta…Rubbettino, pp. 212 - 222

[4] https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/approfondimenti/economia-e-intelligence.html

[5] https://www.difesaonline.it/evidenza/diritto-militare/la-post-truth-era-e-linformation-warfare-la-nuova-sfida-globale

[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dell%27informazione

[7]La Guerra Cognitiva, nello specifico, si occupa di confrontare le differenti capacità di produrre, mettere in relazione ed eludere elementi di conoscenza in un contesto conflittuale, facendo ricerche in tutti i campi che trattano i processi comunicativi (dalla psicologia all’informatica).

Cit. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/approfondimenti/economia-e-intelligence.html

[8] https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/approfondimenti/economia-e-intelligence.html

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